Educazione sessuale degli adulti; l’idea diffusa è che l’educazione sessuale sia qualcosa che vada rivolto ai bambini, che data la loro giovane età ed esperienza devono venire guidati da un adulto, in questo mondo che viene percepito come intricato e forse anche un po’ pericoloso. Sarebbe anche giusto informare circa tutta una serie di aspetti della sessualità che nella loro esperienza affettiva non hanno sufficientemente messo a punto.
Rimane però il dubbio che trattare in maniera diffusa e civile i problemi della sessualità possa favorire anche negli adulti una maggior coscienza di tutta una serie di fenomeni che attraversano e condizionano il nostro rapporto con noi stessi e i nostri partner.
Altro mito che sicuramente andrebbe messo in discussione è la percezione da parte maschile della sessualità come palestra competitiva di prestazioni misurabili e quantificabili. Questo mito oggi viene molto amplificato da una filosofia della competizione sociale diffusa ampiamente dai mezzi di comunicazione di massa che comprende anche molti aspetti dei rapporti interpersonali. Il contro di questi retaggi culturali è il diffondersi endemico di forme di impotenza maschile di origine psicogena che mai come in questi anni hanno riempito gli ambulatori degli esperti di sessuologia e andrologia. E’ importante ammettere il fatto che, comunque, alla base dell’erotismo deve esserci un minimo di scambio tra i partner. Non è difficile ipotizzare che al fondo dell’ansia da prestazione o di una atteggiamento esibizionistico e aggressivo possano esserci inconfessabili immagini di inferiorità o difficoltà di apertura emotiva o costruzione di un legame verso l’altro. In alcuni casi questi timori e queste carenze vengono compensati da un’oscura complicità maschile che serve a demonizzare l’immagine della donna e a proporre un’immagine della sessualità di tipo adolescenziale, che rivela una sostanziale immaturità affettiva.